Ep. 02: Sven Hedin nel Taklamakan

Episode 2 December 06, 2023 00:16:26
Ep. 02: Sven Hedin nel Taklamakan
Hic Sunt Leones
Ep. 02: Sven Hedin nel Taklamakan

Dec 06 2023 | 00:16:26

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Qualcosa giace sepolto sotto le sabbie del Taklamakan. Da secoli attende.

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[00:00:06] Era l'inverno del 1935, quando Sir Eric Takeman passò per la prima volta per il deserto del Taklamakan. [00:00:13] Descrive un paesaggio drammatico. Il freddo era tale che erano costretti ad accendere dei fuochi sotto i motori delle macchine per metterli in moto. Una procedura di enorme pericolosità, che da quelle parti era considerata necessaria, la facevano tutti, e non sempre andava bene. [00:00:28] Di contro d'estate, il mercurio spesso arriva a segnare fino a 54 gradi. A causa di queste temperature, rimanere bloccati nel deserto significa con ogni probabilità non uscirne. [00:00:39] Con una superficie di 270 mila chilometri quadrati, è grande quasi quanto l'intera penisola italiana. Le precipitazioni sono estremamente scarse, piove in media una volta ogni dieci anni, mentre sono frequenti violente tempeste di sabbia che spazzano le dune, alcune alte fino a 90 metri, innalzando nubi di sabbia fino a 4000 metri di quota. [00:00:58] Quasi nessun animale sopravvive nel Taklamakan e nulla cresce. [00:01:12] State ascoltando Ixunt Leones, un podcast su confini superati e limiti infranti. [00:01:19] Qui troverete storie di uomini e donne che si sono trovati alla fine della loro strada battuta, ma sono andati avanti lo stesso, a spostare quella linea oltre la quale ci sarebbero stati leone. Un po' più in là. [00:01:36] Nel Turkestan cinese, circondato a sud dall'altopiano del Tibet, a ovest dal Pamir, il cosiddetto tetto del mondo, a nord dal massiccio del Tian Shan e a est dal deserto del Gobi, si trova una delle lande più inospitali del pianeta, il deserto del Taklamakan. [00:01:52] Ma anche questo luogo selvaggio, come spesso accade, ha da raccontare molto di più di quanto non potrebbe sembrare. [00:01:58] Se si apre la cartina, infatti, si può facilmente notare che il deserto è posizionato proprio in una zona che un mercante avrebbe dovuto attraversare se avesse voluto arrivare dall'Europa alla Cina in meno tempo possibile, quello che fu il principio della Via della Seta. [00:02:13] Ed è per questa ragione che ai bordi del deserto, allora relativamente ricchi di corsi d'acqua, sorsero dapprima degli avamposti e successivamente delle cittadine che nel corso degli anni accolse loro e rifocillarono centinaia di mercanti, i quali a loro volta ricambiavano con preziosi merci e ricchezza. [00:02:30] La storia di questa famosa via, però, è molto più antica di quanto alcuni credono. Cento anni prima della nascita di Cristo, dalla Cina partì una missione verso ovest di un centinaio di uomini, guidata da Zhang Qian per conto dell'imperatore Wuti. [00:02:45] I cinesi allora stavano avendo a che fare con il bellicoso popolo degli Han, che poi arrivarono molto dopo anche in Europa, dove vennero chiamati similmente Hunni. [00:02:54] Per contenerli era stata eretta la grande muraglia, ma non era bastato. [00:02:58] L'imperatore, però, era a conoscenza del fatto che una popolazione sconfitta degli Han si era ritirata a ovest, oltre il deserto, dove aveva prosperato ed ora cercava la prima occasione per vendicarsi, potenzialmente quindi degli ottimi alleati per stringerli in una morsa. [00:03:13] Fu con questo obiettivo quindi che Chang Chen partì. [00:03:17] Il suo viaggio durò molti anni più del previsto, venne infatti catturato più volte e più volte riuscì a scappare da mani nemiche, ma quando tornò finalmente a corte non portò le notizie sperate. Quel popolo che avrebbe dovuto cercare vendetta, ora prosperoso, non era più disposto a rischiare tutto da andare in guerra. Ma benché senza la notizia sperata, il viaggiatore portò molti resoconti di popoli e terre fino ad allora sconosciute. [00:03:40] Quelle terre che ora identifichiamo soprattutto con l'Afghanistan, ma qualcuno suggerisce che abbia avuto contatti direttamente con dei romani. [00:03:48] Chang Chen, il padre della via della seta, morì poco dopo, ma oramai, grazie alle sue scoperte, le spedizioni commerciali verso ovest partivano a gran ritmo. [00:03:56] Le carovane erano a cariche di ogni tipo di ricchezza, ma quelle che interessavano di più erano senza dubbio le spezie e proprio la seta, di cui i romani erano entusiasti. [00:04:05] In realtà molto probabilmente non ci fu mai un contatto tra mercanti romani e cinesi, si svolgeva tutto attraverso intermediari. Anche per questo i latini non ebbero mai la possibilità di capire da dove arrivasse quel leggerissimo tessuto che divenne simbolo di benestare e ricchezza. [00:04:21] Da alcuni passaggi delle bucoliche Virgilio ci lascia intendere che si pensava che la seta crescesse su esotici alberi, credenza che d'altro canto i cinesi non avevano nessuna intenzione di sfatare. [00:04:32] Ma oltre a questi beni, alla Via della Seda c'è da imputare un altro tipo di commercio, quello religioso del buddismo. [00:04:39] Questa religione nacque nel nord dell'India nel VI secolo a.C. e da lì si espanse fino ad arrivare in Cina, dove conobbe grande successo. [00:04:47] Il buddismo si espansa chiaramente per mezzo di missionari, che viaggiavano portando con loro anche un ampio corredo artistico e letterario, che inevitabilmente andò ad arricchire tutte le cittadine che fiorivano sulla tratta. [00:04:59] Ma la via dall'India alla Cina ha un problema che sta proprio nel mezzo, l'Himalaya. Per poterlo aggirare, i missionari dovevano prendere una lunga strada, passando a ovest dall'odierno Pakistan, ed è grazie a questa deviazione che la cultura buddista entrò in contatto nel I secolo a.C. con la cultura ellenistica portata da Alessandro Magno. [00:05:18] Nasce allora la scuola artistica greco-buddhista. [00:05:21] Risalgono a questo secolo le prime raffigurazioni in forma umana del Buddha, influenzate da quella cultura occidentale fortemente antropocentrica ed estetica che ben conosciamo. [00:05:30] L'arte buddhista, prima di questo contatto, detta pre-ellenistica, è infatti completamente estranea la nostra cultura. [00:05:38] Il Buddha non doveva per forza essere rappresentato come un uomo, ed in realtà poteva anche non essere rappresentato affatto. [00:05:44] In un basso rilievo che è giunto fino a noi, ad esempio, è rappresentata una schiera di uomini che reggono al centro un trono, in maniera del tutto simile a degli apostoli occidentali, ma in questo caso sul trono non siede Gesù, in questo caso il trono è vuoto. [00:05:57] E questo perché il Buddha è in tutto, non avevano bisogno di umanizzarlo. [00:06:02] Ma il buddismo non fu certo l'unica religione straniere che arrivò in Cina. Nel 432 d.C. il Nestorianesimo, una corrente del cristianesimo, fu messo fuori legge ed i fedeli si videro costretti a fuggire nell'odierno Iran, ma vennero trovate chiese nestoriane anche in Cina. [00:06:17] I fedeli poi riuscirono a sopravvivere sia all'orda travolgente dell'Islam, sia alla messa al bando delle religioni straniere da parte della Cina, mettendo radici in Tibet. Sorte simile venne riservata anche ai Manichei, ferocemente perseguitati nel V secolo e costretti a cercare rifugio in Asia centrale. [00:06:34] In tutto questo, le osi che circondavano la tappa obbligata del Taklamakan ebbero un ruolo particolare proprio per la loro posizione in mezzo a uno dei più ostili deserti del mondo. [00:06:43] Ci sono delle testimonianze che rivelano come infatti fosse comune per i mercanti e missionari offrire ai tempi cittadini, che erano diversi per ogni credo, importanti offerte propiziatorie. Tutte queste ricchezze fecero sviluppare questi insediamenti da un punto di vista artistico e culturale in una maniera eccezionale. [00:07:01] In questo clima i margini del Taklamakan brulicavano di vita, commerci e con essi arte, letteratura, architettura libera da proliferare da ogni vincolo occidentale o cinese. Un vero e proprio crocevia tra numerose culture, profondamente diverse e talvolta ugualmente marginate. [00:07:18] Ma tutte queste fiorenti comunità erano destinate alla scomparsa. [00:07:22] Il progressivo scioglimento dei ghiacci con la fine dell'ultima era glaciale rese ancora più difficile l'approvvigionamento idrico delle città. [00:07:30] Tutto questo in un periodo dove l'Islam, con la sua nota poca tolleranza, bussava alle porte, mentre l'interesse della Cina per il mantenimento della via calava di giorno in giorno. Il deserto avanzava e la fine di quei giorni rigogliosi era vicina. [00:07:43] Sotto la dinastia Ming, tra 1300 e 1600, la tratta venne definitivamente abbandonata e la Cina si chiuse al mondo. [00:07:51] In questa situazione soltanto le oasi più prosperose sogravissero, le altre vennero inesorabilmente sepolte dalla sabbia, dove giacquero per secoli, dimenticate. [00:08:01] Mentre le leggende di questi a città erano sempre alleggiate tra i pochi abitanti degli insegnamenti rimasti, l'occhio occidentale si pose su queste soltanto a metà del 1800. In quegli anni quella porzione di Asia centrale suscitava particolari interessi soprattutto all'impero britannico, in un'ottica di difesa dell'India contro l'espansionismo russo, il cosiddetto grande gioco. [00:08:22] I primi esploratori occidentali, quindi, non avevano altre mire se non quelle geopolitiche, ma non volendo scoprire un vaso di Pandora archeologico. [00:08:31] Dalle dune si potevano vedere sporgere dei muri in mattoni, come delle lapidi a segnare la presenza di città sepolte e senza più un nome, le quali a loro volta contenevano libri, scritture ed affreschi che nessuno avrebbe mai neanche potuto immaginare. Un mondo perduto e finalmente ritrovato, la massima espressione dell'arte buddhista. [00:08:50] Il Taklamakan negli anni a venire divenne un teatro di numerosi scavi, con una calamita che richiamò i più importanti archeologi studiosi di arte orientale, che spesso, bisogna dirlo, fecero incetta di tutto quello che potevano trovare, con l'iniziare beneplacido del debole governo cinese. [00:09:06] Oggi, importanti affreschi ed altre opere d'arte sono sparse nei più grandi musei europei ed americani, strappati alla loro terra d'origine con grande irritazione, soprattutto, della Cina comunista, che vorrebbe ricostruire una propria identità culturale in un'ottica centrale di partito, chiaramente a discapito di altre etnie, come quella uigura, che peraltro è proprio quella originaria dell'Ovest del paese. [00:09:29] Considerando poi i danni che le guerre mondiali determinarono in molti luoghi d'arte europei, ciò che si può ammirare oggi è circa il 70% di ciò che venne preso. [00:09:38] I giudizi riguardo a queste pratiche le lascio all'ascoltatore, ricordando però che se da un lato è vero che molte opere d'arte sarebbero state meglio nelle loro posizioni originali, è altresì vero che alcune di quelle rimaste vennero distrutte dal tempo o vandalizzate da chi ci passò dopo. [00:09:53] Alcuni potrebbero dire che la cosa migliore che sarebbe potuta succedere a quelle sconosciute opere d'arte era che rimanessero appunto sconosciute. [00:10:01] La storia archeologica che interessa il deserto è lunga e di certo questo non è il modo di trattarla. Per chi fosse interessato, suggerisco il libro Diavoli stranieri sulla via della seta, di Peter Hopkirk, grande esperto della storia centroasiatica. [00:10:14] Un personaggio tra tutti, però, è assolutamente degno di approfondimento in questa sede. Parliamo di Sven Edin, colui che di fatto aprì la strada a tutti quelli che venirono dopo. [00:10:23] Edin passò dall'essere uno sconosciuto studioso svedese a una leggenda. Ricevette più importanti onori da parte di tutti i grandi stati europei, anche rivali, per poi concludere la sua vita emarginato, soprattutto per aver supportato la Germania in entrambe le guerre mondiali. Cosa peraltro sorprendente se si considerano le origini ebree dell'esploratore. [00:10:42] Ma focalizzandoci sui risultati archeologici, quelli di Edin sono indiscutibili. [00:10:47] All'epoca della prima spedizione, che per poco non fu anche l'ultima, parlava fluentemente sette lingue. Aveva molte conoscenze scientifiche ed artistiche che mise alla prova per circa 40 anni di viaggi per le città perdute. [00:10:59] La prima volta partì da Kashgar, a ovest del Taklamakan, il 17 febbraio 1895, il giorno del suo trentesimo compleanno. [00:11:08] L'obiettivo era percorrere il deserto in diagonale per poi arrivare in Tibet. La carovana era equipaggiata per un mese di viaggio, con dieci cammelli, due cani da guardia e una dispensa mobile di tre pecore, dieci galline ed un gallo. [00:11:21] Dopo appena quindici giorni di viaggio, però, scoprirono che gli uomini responsabili dell'approvvigionamento idrico non avevano fatto bene rifornimento all'ultimo pozzo e così era rimasta acqua soltanto per pochi giorni. [00:11:32] La guida giurò che sarebbero bastati per arrivare ad un fiume e così la marcia proseguì. [00:11:36] Quella notte scavarono in vano per trovare dell'acqua. [00:11:39] Il giorno dopo decisero di abbandonare due cammelli malandati e tutto il bagaglio superfluo, appena prima di essere investiti da una tempesta di sabbia. [00:11:48] In seguito dovettero abbandonare un altro cammello, mentre scoprirono che gli Olchi, la guida, aveva rubato loro tutta l'acqua che nel frattempo era stata razionata, ed ora gli altri erano vuoti. Si salvò dalla furia degli altri compagni soltanto per l'intervento dello svedese. [00:12:02] Fu a questo punto che Haydn scrisse sul diario ciò che probabilmente pensava dovessero essere le sue ultime parole. [00:12:07] Tutti, uomini e cammelli, sono stremati. Che Dio ci assista. [00:12:12] E erano allora passati cinque giorni dalla scoperta della mancanza di acqua che avrebbe dovuto sostentarli per tre. [00:12:19] Dopo altre ventiquattro ore, la disperazione fu tale che Hayden cercò di placare la sete con il combustibile di un fornello da campo, solo per poi non riuscire più a muoversi. [00:12:28] Gli altri decisero di andare avanti senza di lui, per poi tornare a prenderlo, ma poco dopo l'europeo riuscì a raggiungerli seguendo le tracce sulla sabbia. [00:12:35] Uccisero il gallo ed una capra per berne il sangue, ed alcuni bevero l'urina dei cammelli solo per poi ricavare una forte nausea. [00:12:42] Al tramonto abbandonò la scatola dei medicinali che portava con sé, ma non la bibbia tascabile, ed insieme a due uomini e cinque cammelli, riuscì a rimettersi in marcia lasciandosi alle spalle due compagni morenti, compreso Yolki, il ladro d'acqua. [00:12:55] Durante la notte morì un altro cammello, ed il capo spedizione, Islambay, venne lasciato indietro stremato. [00:13:01] I due sopravvissuti, Edin e Kazim, continuarono a proseguire marciando di notte riparandosi in una buca nella sabbia di giorno. [00:13:08] Al quinto giorno trovarono delle orme sulla sabbia, pensarono che l'acqua doveva essere vicina, ma con sgomento poco dopo realizzarono che le orme erano loro, avevano girato intorno. [00:13:18] dal diario di Edin. [00:13:19] Kasim aveva un aspetto terribile, la lingua era bianca e gonfia, le labbra blu, le gote scavate e i suoi occhi dimorenti erano lucidi e vitrei. [00:13:29] Quel mattino però arrivò la vista tanto attesa, una foresta in lontananza e quindi con essa acqua. [00:13:35] Solo Edin riuscì alla sera a trascinarsi tra gli alberi fino a trovare il fiume, o meglio il letto del fiume, oramai secco. [00:13:42] Dovette strisciare per altri due chilometri prima di raggiungere una pozza. [00:13:46] Scrive Edin, bevevo e bevevo senza interrompermi. Ogni vaso sanguigno e ogni tessuto del mio corpo succhiavano come una spugna la vita che mi dava quel liquido. [00:13:56] Le mie mani, che erano secche, screpolate e dure come legno, si gonfiarono di nuovo. La pelle, che sembrava una vecchia pergamena, tornò ubida ed elastica. [00:14:05] Tornò subito dal suo compagno Kasim con i due stivali pieni d'acqua per salvarlo. [00:14:09] In seguito scoprirono che anche il capo spedizione si era salvato grazie a una carovana. [00:14:14] Solo un cammello era sopravvissuto, quello con i diari, i fucili e il denaro dell'esploratore. [00:14:19] Ciò che rimaneva dell'attrezzatura era persa per sempre, ma a quel punto poco importava. [00:14:23] Il resto è storia, quella prima spedizione si rivelò una disgrazia, ma venne considerata quasi come una prova generale per far aggiustare il tiro a tutti gli altri. [00:14:32] Edin infatti aprì la strada a molti ambiziosi studiosi, i cui nomi, per un certo periodo almeno, restarono incisi nella memoria collettiva, per poi svanire come accadde dalle città da loro scoperte. [00:14:42] A partire dal 1902 iniziava quella che fu una vera e propria gara internazionale per gli antichi tesori buddhisti del deserto del Gobi e del Taklamakan. [00:14:51] Oriel Steyn per il Regno Unito, secondo alcuni il più grande esploratore dopo Marco Polo. Il barone Von Lecoq per la Germania, Paul Pelliot per la Francia. I misteriosi uomini del conte Otani per il Giappone e molti altri. [00:15:04] Le innumerevoli opere d'arte e di letteratura che recuperarono hanno consentito di scrivere la storia, e non solo quella dell'arte, dell'Asia centrale, una regione che a molti all'epoca, e forse ancora oggi, sembrava del tutto insignificante, dimostrando anche come civiltà che potrebbero sembrare intoccabili, come quelle ricchissime città ai bordi del deserto, possano svanire nel nulla, dimenticate, ma dimostrando soprattutto quanta storia, quanta arte, quanta letteratura esiste al di fuori di quella occidentale che ben conosciamo, quanto in fondo non siamo speciali. [00:15:35] Poi nel XX secolo le priorità cambiarono ed il partito comunista cinese decise di destinare la parte più remota del deserto, una volta abbattuta da carovane in cerca di manoscritti perduti, ai test per le loro nuove bombe nucleari. [00:15:49] E così anche oggi quasi nessun animale sopravvive nel Taklamakan e nulla cresce. [00:15:55] Grazie per avermi ascoltato e alla prossima. [00:16:00] Avete ascoltato Ixunt Leones, un podcast scritto e narrato da Filippo Cucchetti, che sarei io, e prodotto da Unigie Radio, la voce dell'Università di Genova. [00:16:11] Se volete rimanere aggiornati su questo ed altri programmi, ed eventualmente per fare domande o osservazioni, potete seguire le pagine social che trovate in descrizione.

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